I luoghi del dialetto

Ruota degli Esposti (ex) – Montescudo 

la ròda di urfanèl

Nell’antichità era abbastanza comune, in diverse popolazioni, abbandonare i neonati presso altre famiglie o nuclei familiari perché potessero dargli più speranza di vita di quante ne avessero insieme ai genitori naturali.

Anche a Montescudo evidentemente non era una pratica sconosciuta, tanto che in via dell’Ospedale pare ci fosse una “ruota degli esposti”, una bussola girevole di forma cilindrica ma divisa in due parti chiuse da un unico sportello: questa strana conformazione serviva infatti a collocare, senza essere visti dall’interno, proprio i neonati abbandonati, gli “esposti”, poi, facendo girare la ruota, la parte esterna si scambiava con quella interna, permettendo di prelevare il bambino.

Il luogo preciso si è perso nel corso del tempo: dalle testimonianze raccolte anni fa, si narra fosse infatti tra la prima e la seconda casa di via dell’Ospedale, ma gli edifici sono poi stati trasformati più volte dopo la Seconda Guerra Mondiale. Probabilmente erano presenti sia la classica campanella per avvisare dell’abbandono sia una feritoia per lasciare qualche offerta per il sostentamento dei neonati. Ma anche, non di rado, documenti o segni distintivi, nel caso in futuro se ne volesse attestare comunque la parentela. Dopo la guerra, però, la “ruota” di Montescudo cadde in disuso e i bambini abbandonati venivano portati direttamente a Rimini, dove proprio in quegli anni era stato allestito un servizio molto più organizzato.