I luoghi del dialetto
Santuario e Museo Etnografico – Valliano
la cisa d’Valién
Il complesso architettonico di Valliano si fonde visivamente agli ampi spazi verdi che lo circondano, ma questo connubio si rivela ancora più marcato a livello storico, essendo in questo luogo intrecciate sia la vita religiosa che quella legata alle attività rurali e alle tradizioni contadine: del resto, anche il Santuario e il Museo Etnografico condividono infatti uno spazio comune e si alimentano l’un l’altro, creando una sinergia unica nel suo genere, che unisce e rafforza la comunità locale, molto devota ma anche fortemente legata alle attività tradizionali, tanto da mantenerne in vita appunto un intero museo con tante iniziative collaterali.
Molte di esse si svolgono all’esterno della Chiesa, che resta però il fulcro di tutte le attività, oggi come in passato: l’attuale struttura, infatti, è stata costruita nel XV secolo, ma prima di essa, anzi, sotto di essa, c’era già una chiesetta medioevale dedicata a Santa Maria Succurrente. Da tempo immemore, quindi, attorno a questo edificio di culto si ritrova la comunità locale, che ha anche potuto giovarsi, dalla fine del XV e per alcuni secoli, della presenza dei Padri Domenicani di San Cataldo.
Purtroppo, nel settembre del 1944, anche il Santuario subì i danni della Seconda Guerra Mondiale: il campanile ne uscì solo con lievi danni, mentre crollò il tetto con parziale perdita della parete di fondo. Sono stati quindi diversi gli interventi di restauro, anche interni, i quali hanno portato alla luce gran parte degli affreschi che oggi si possono ammirare e aumentato la leggibilità di quelli già conosciuti, dando anche la conferma della presenza di affreschi più antichi al di sotto dell’importante ciclo pittorico che attira ogni anno tantissimi appassionati.
Attiguo alla Chiesa, come detto, si sviluppa il Museo Etnografico che detiene una ricca raccolta di oggetti legati alla vita rurale della collina romagnola e illustra gli antichi mestieri, le tradizioni, l’organizzazione della vita della campagna, dalla lavorazione del maiale alla raccolta delle olive, dell’uva e del miele, fino alla produzione di tessuti di canapa e alla lavorazione dell’argilla. La creazione del Museo Etnografico “unisce” idealmente questo sito religioso all’altro luogo di culto più importante della zona, la Chiesa della Pace, al cui interno (nella canonica) è ospitato il Museo della Linea Gotica: i due siti sono collegati da un percorso – il “Sentiero dei Musei” appunto – facilmente percorribile costeggiato da ulivi e campi coltivati.