I luoghi del dialetto

II Trebbio – Croce

e Trib

Il Trebbio (e Trib in dialetto) è il nucleo abitato più importante tra quelli decentrati rispetto il colle che ospita la chiesa parrocchiale e ospitava il castello; per la sua posizione alle pendici del colle e lungo le principali vie di comunicazione può definirsi una sorta di Croce basso.

Come è ancora oggi, il Trebbio non è solo l’incrocio tra le vie provinciali 31 e 42 ma anche uno tra i principali valichi del crinale di sinistra della vallata del Conca, percorso risalendo la strada che collega il versante nord a quello sud dello stesso crinale. La sua posizione ne faceva un valico importante per il primo tratto della Via Regalis, nel basso Medioevo una tra le strade principali del territorio che dalla via Flaminia, a sud di Rimini, risaliva verso Coriano e la pieve di San Savino per terminare nel fondovalle del fiume Conca dal quale poi proseguiva per Montefiore e l’urbinate. Una rubrica degli Statuti di Rimini nel 1361 intimava la manutenzione della via alle comunità attraversate e a quelle vicine.

Nel secolo scorso il Trebbio era meno abitato di oggi però ospitava botteghe osterie e l’ufficio postale, gestito dai Semprini, detti Ciardi. Altre famiglie presenti erano Bafón, Bigal, Fiurèn, Ghirèn, Radisciòla, Taiadlòt. Tra i personaggi c’era il cardatore, e Mestre d’la canva, e il falegname Batèst, entrambi abitanti nella parte più vecchia del Trebbio. Personaggi particolari erano le due sorelle della famiglia Cianción in perenne litigio tra di loro, la Vina d’Dinad e suo nipote, Aldo d’la Vina, un tipo sempliciotto che tornò orgoglioso dal servizio militare ma dovette pagare le innumerevole divise che per nonnismo i commilitoni gli avevano danneggiato.    

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